L’Etica nel Credito, intesa come l’introduzione di metodologie inclusive basate sul rispetto dei soggetti in difficoltà, oltre che sui positivi risvolti economici che potrebbero derivare dallo sviluppo di atteggiamenti più responsabili e attenti, non dovrebbe essere ritenuta virtuosa solo poiché corretta ma tesa a rappresentare l’unica chances di rivitalizzare un’economia stanca. Una cultura che ponga di nuovo al centro le imprese e le persone non andrebbe quindi vista come necessaria, per ragioni essenzialmente etiche – sebbene doverose – ma quale possibile panacea di uno scenario complesso che richiede gioco di squadra.
Ethical Credit è una nuova branca del Credit Management che trae origine dalle linee guida enunciate nel più ampio “disegno” Innovazione Etica che sollecita maggiore impegno nella ricerca di modelli di sviluppo e di business sostenibile inclusivi e volti alla tutela degli ecosistemi, anche economici.
Ethical Credit sprona soprattutto le grandi imprese a promuovere atteggiamenti di “responsabilità economica” attraverso un inedito impegno a limitare i comportamenti che possano danneggiare in primis le imprese minori. Ma questo, non solo a favore dell’apertura di una stagione di ripresa sorretta da un clima di reciproco rispetto, che si auspica divenga collaborativo, ma proprio perché l’adozione di strategie attuative volte alla soluzione amichevole di una moltitudine di incagli – per restare su aspetti squisitamente inerenti alla gestione del credito – è molto più efficace, tanto per debitore quanto per il creditore.
Politiche del credito a sfondo etico, infatti, produrranno benefici anche nei confronti di chi le attua e daranno ossigeno ad una moltitudine di imprese che, in difetto, non riusciranno a sopravvivere. E se ciò avvenisse, le ripercussioni economiche all’interno di paesi sorretti dalla pletora di realtà medio-piccole, come l’Italia, sarebbe devastante.