Crescita economica, miti da sfatare

L’errata percezione di cosa sia realmente la crescita può essere la causa, o una delle cause, di questa una situazione che, in primis sul piano ambientale ma anche su quello economico, potremmo definire se non di vero e proprio pericolo, senz’altro di attenzione?

Non possiamo escluderlo.

A supporto di questa congettura si può provare a comprendere cosa sia la crescita in Natura facendo un raffronto, ovviamente semplicistico, tra quello che fa Madre Natura e quello che facciamo noi come individui, per capire se vi siano delle dissonanze che, una volta appianate, potrebbero aiutare a tracciare un percorso finalmente più consono.

La crescita in natura è un evento molto complesso che interessa lo sviluppo di fattori e condizioni endogene ed esogene, messe in atto volutamente o istintivamente, dagli organismi viventi. È un processo funzionale allo sviluppo e alla sopravvivenza di ogni specie animale e vegetale presente sul Pianeta che ha consentito ad ogni cellula di arrivare, in vita, fino a noi.

Vita e Crescita, dunque, possono essere viste, e perseguite, come complementari fino al punto da significare sostanzialmente la stessa cosa. Perché senza vita non ci può essere crescita e senza crescita non ci può essere vita.

Semplificando il più possibile, si potrebbe ritenere che i sistemi economici, intesi come “organismi viventi”, non si discostino troppo da questo principio di funzionamento. Tuttavia, è prassi consolidata quella di intendere la crescita economica nella sua accezione più semplicistica, banalizzando un evento che, senza l’apporto di tutti i suoi fondamentali elementi, potrebbe spingere a commettere errori nel provare a perseguirlo; perseguendo una crescita che nella realtà non è vera crescita!

Molto è attribuibile al fatto che la crescita economica, un evento anch’esso complesso, venga perseguita spesso nella sola oscillazione degli indicatori numerici. E questo, in presenza di condizioni assimilabili a quelle che caratterizzano la crescita degli esseri viventi, potrebbe essere una metodologia realmente poco rappresentativa. Pertanto, il solo incremento, o decremento, dei parametri quantificabili, attraverso una misurazione empirica dei “numeri” di riferimento, comunemente usati per comprendere un fenomeno complesso e articolato come la crescita, per definire come perseguirla, e se la stessa sia stata raggiunta, o meno, potrebbe risultare una metrica non sufficientemente esaustiva.

Eppure, l’utilizzo di questi criteri di valutazione e l’analisi semplicistica del differenziale fra un valore iniziale e uno finale è ancora ritenuta corretta, anzi come l’unica che abbia senso. Ma se la sua attendibilità fosse messa in discussione, anche solo per un attimo, ovvero se la sua sussistenza (come parametro isolato) iniziasse a mostrare qualche segno di cedimento, non si potrebbe allora escludere che tale incompleta visione della crescita economica sia, effettivamente da ritenersi quale responsabile, o corresponsabile, di una situazione paradossale; uno sforzo enorme volto a perseguire obiettivi illusori e fuorvianti di una crescita che, nella realtà, non è crescita.

Se venisse constatata la fondatezza di questo semplicistico ragionamento si potrebbe considerare l’ipotesi di legare e intendere la crescita economica a molti altri fattori oggettivi e rappresentativi che potrebbero essere introdotti in una sorta di nuovo algoritmo contenente valori e fattori non solo numerici, oltre a quelli squisitamente economici e finanziari, che certifichino la reale capacità di un soggetto di generare continuità, innanzitutto.

Se dovesse invece prevalere la convinzione attuale, che vede la crescita come la mera misurazione del differenziale fra le condizioni numeriche iniziali e quelle finali, in un intervallo di tempo preso a riferimento (e cioè se la crescita seguiterà ad essere vista, e perseguita prendendo a riferimento il mero incremento, o decremento, di numeri, volumi, consumi e fatturati), rischieremmo di profondere grossi sforzi per inseguire qualcosa di effimero, illusorio e dannoso. Un risultato errato e fuorviante che si discosta, anche parecchio, dalla crescita reale e che potrebbe presentarci, molto presto, un conto salatissimo, forse impossibile da sostenere.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *