Assicurazione del Debito

In uno scenario economico caratterizzato dalla contrazione di volumi di vendita e dei fatturati i rischi di insolvenza da parte di operatori che non riescono rispettare gli impegni di pagamento nei confronti dei loro fornitori tendono ad aumentare.

Sempre più imprese faticano a rispettare gli impegni di pagamento verso Banche e fornitori

E’ purtroppo noto l’effetto dannoso e distruttivo di un mancato pagamento da parte di imprese insolventi che – probabilmente – sono anch’esse vittime di altrettanti problemi di incasso ma che, più o meno colpevolmente, provocano danni ai loro fornitori nel momento in cui non sono più in grado di pagarli.

La frequenza di questi fenomeni va ad aggravare uno scenario economico italiano piuttosto incerto e che richiederebbe la necessità di “soluzioni” – anche legislative – tese ad attenuarne i danni, e le conseguenze, dei ritardi di pagamento e delle insolvenze.

Ho affrontato per anni queste problematiche, che possono tuttavia essere mitigate da prodotti specifici per la riduzione del rischio, fra cui l’assicurazione del credito, che ritengo presenti il migliore rapporto costi/benefici; anche se il difficile contesto economico evidenzia la necessità di renderla ulteriormente più incisiva e tutelante, in ottica generale.

Ho infatti constatato spesso l’efficacia di questa polizza, a mio parere imprescindibile specie per le aziende che intendano esplorare nuovi mercati e approcciare nuova clientela, e questo nonostante costi di copertura non trascurabili ed un’operatività gestionale piuttosto impegnativa.

L’assicurazione del credito favorisce la stabilità finanziaria dell’impresa  ed è apprezzata da Banche, società di revisione e investitori.

Tuttavia, la sua efficacia è ancora piuttosto limitata poiché si tratta di un prodotto non ancora di uso comune ed è quindi circoscritta alla ristretta cerchia di coloro che l’hanno stipulata.

Riterrei quindi necessario introdurre novità e migliorie capaci di ampliare i benefici di questa polizza, alla luce di una sinistrosità dei mercati in leggera flessione, in Italia, ma pur sempre molto significativa, sia in termini di eventi che di importi totali impagati.

Analizzando il contesto e le logiche sottostanti le modalità di regolazione delle forniture, ovvero le responsabilità oggettive in capo ai soggetti debitori, riterrei opportuno ribaltare il principio di applicazione della polizza crediti poiché – concretamente – sono i debitori a provocare i sinistri, ovvero i mancati pagamenti nei confronti dei loro creditori.

E questo, a mio avviso, è un concetto fondante poiché un’impresa, nel momento in cui avvia la sua attività, contrae debiti e diviene, a tutti gli effetti, un soggetto potenzialmente in grado di danneggiare i fornitori, qualora non riuscisse a pagarli.

L’impresa assume dunque una sorta di “responsabilità commerciale”, o economica, nei confronti della collettività, esattamente come avviene per gli automobilisti che assumono una “responsabilità civile”, a fronte di eventuali danni che potrebbero arrecare a persone e cose, nel momento in cui si mettono alla guida di mezzi a motore.

Introduzione del concetto di “responsabilità economica” delle imprese

Io credo, pertanto, che imprese, professionisti e operatori economici dovrebbero essere tenuti a stipulare una polizza a favore della “collettività”, ovvero dei soggetti terzi con cui hanno rapporti di fornitura, a copertura degli eventuali danni da mancati pagamenti, qualora non potessero regolarizzare una o più forniture.

Penso allora ad una POLIZZA DEBITI, obbligatoria, o fortemente “richiesta” dal mercato, contratta dai debitori a favore dei creditori (fornitori) in caso di impossibilità ad effettuare i pagamenti.

Penso ad una polizza che erediti la logica di fondo della polizza RCA in campo automobilistico ma con un principio di funzionamento analogo a quello dell’attuale polizza crediti riguardo, ad esempio, al “limite di credito” (fido) che in questa polizza dovrebbe ovviamente essere “limite di debito” ovvero un massimale posto dalle compagnie assicurative riguardo all’esposizione debitoria nei confronti dei fornitori che ogni impresa assicurata non dovrà superare.

Limite di indebitamento verso i fornitori

Questo limite potrebbe apparire contrario alla giusta libertà gestionale dell’imprenditore ma io credo che un tetto massimo sugli acquisti posto dalle compagnie assicurative sulla base dello stato di salute delle imprese – ovvero una sorta di “merito di debito” (determinato dalle stesse metodologie valutative della polizza crediti) – potrebbe costituire un’importante tutela verso i fornitori ma anche verso le stesse aziende debitrici.

Questa polizza, infatti, potrebbe consentire alle imprese di ottimizzare gli acquisti grazie alla certezza dei loro fornitori di essere pagati ma anche di massimizzare le vendite, per la stessa sicurezza di essere pagati, dai clienti.

Io credo inoltre che una polizza per danni da mancato pagamento proteggerebbe le imprese insolventi dalle azioni legali eventualmente avviate nei loro confronti, dai loro creditori, e che, come già accennato, avrebbe ricadute sul loro stato di salute, andando ad aggravare ulteriormente le crisi già in atto.

Vorrei anche sottolineare che quella che oggi potrebbe apparire come una criticità della polizza crediti, ovvero i suoi costi piuttosto significativi – dovuti anche al fatto che tali coperture non possono ancora contare su un’ampia diffusione e distribuzione – potrebbe essere superata da una significativa maggiore diffusione della “polizza debiti” che consentirebbe alle Compagnie una migliore distribuzione del rischio su un bacino di utenza decisamente più significativo.

La polizza debiti, per la sua diffusione, dovrebbe costare meno dell’attuale polizza crediti

Vi sono, chiaramente, molteplici aspetti tecnici, legislativi, procedurali e perfino commerciali da analizzare prima di poter comprendere se questo tipo di polizza sia attuabile, concretamente, o meno.

Ed è altrettanto ovvio che la condizione primaria e assolutamente necessaria è che le Compagnie trovino sufficiente interesse economico verso un prodotto che si discosta parecchio da quelli attualmente in vigore.

Sul piano tecnico, quello che prevedo possa divenire una criticità, se non addirittura un ostacolo, riguarda l’assunzione di un rischio che sarebbe interamente in capo ad ogni singolo assicurato. Mentre con la polizza crediti è, in qualche modo, ripartito sulla totalità della sua clientela.

Ma questo, a mio parere, è superabile grazie ad accordi fra compagnie che, nel caso di obbligatorietà della polizza, potrebbero creare appositi fondi di garanzia o accordi preventivi e condivisi che portino ad una corretta ed equa ripartizione dei rischi.

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